Energia mareomotrice

L’energia mareomotrice è una delle principali forme di energia rinnovabile.

Pulita, inesauribile, potenzialmente in grado di soddisfare il fabbisogno energetico mondiale, eppure scarsamente utilizzata.

Energia mareomotrice

Convertibile in energia elettrica mediante la forza meccanica dei movimenti dell’acqua, l’energia prodotta dal mare si presenta in varie forme.

Le più diffuse sono:

  • Energia delle correnti marine, prodotta meccanicamente grazie all’azione delle pale, come avviene per l’energia eolica;
  • Cimoelettrica, ovvero prodotta dal moto ondoso;
  • Talassotermica, prodotta dalla variazione di temperatura tra la superficie marina e la profondità;
  • Osmotica, nota anche come energia a gradiente salino, ricavata dalla differenza nella concentrazione del sale fra l’acqua marina e l’acqua dolce;
  • Mareomotrice (energia delle maree), prodotta dagli spostamenti d’acqua causati dalle maree.

Energia mareomotrice: come si ricava

L’energia mareomotrice è una delle energie rinnovabili diffuse fin dall’antichità.

Per produrre questa forma di energia si sfrutta l’attrazione gravitazionale della Luna, che provoca le maree.

Se in origine si utilizzavano i cosiddetti “mulini a marea”, adesso i sistemi più efficaci per ricavare questo genere di energia sono due:

  • Centrale mareomotrice: tramite sistemi a barriera si spostano orizzontalmente grandi masse d’acqua. Questi impianti vengono costruiti in genere in mare aperto e lungo i fiumi. Nelle fasi di alta marea, l’acqua viene raccolta in grandi bacini. Quando, viceversa, la marea è bassa, l’acqua defluisce tramite conduttore idrauliche all’interno delle quali sono presenti turbine collegate ai generatori elettrici. Una centrale mareomotrice ha un elevato impatto ambientale e un costo molto alto.
  • Idrogeneratori: a basso impatto ambientale, sono turbine marine galleggianti. Queste sfruttano l’energia cinetica derivante dalle correnti d’acqua. Le turbine sono collocate a mezz’acqua, oppure vengono ancorate al fondo del mare.

Un esempio di questo tipo di impianto in Italia è quello della turbina Kobolda Messina, connessa alla rete elettrica nazionale e con una potenza di circa 25 kW. A ottobre 2020 è iniziata inoltre la sperimentazione nel porto di Civitavecchia di WaveSax, un convertitore del moto ondoso in energia elettrica.

Energia mareomotrice: pro e contro

Questa energia rinnovabile, capace di sfruttare l’energia cinetica generata dallo spostamento delle acque provocato dalle maree, è inesauribile, non rilascia gas inquinanti né rifiuti e non necessita di combustibile per funzionare.

Di contro dipende dalle maree e, quindi, rischia di trasformarsi in una forma di energia intermittente ed usufruibile solo in poche zone del mondo.

Affinché si produca energia mareomotrice, infatti, occorre che ci sia un elevato dislivello di acqua.

Non bisogna dimenticare l’impatto ambientale di questo genere di impianti, che può tradursi nell’erosione della costa e impattare sull’habitat marino.

E’ un tipo di energia rinnovabile davvero molto promettente per il futuro.


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